Il
25 settembre 2015, l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha
approvato il programma d'azione Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile,
articolato in 169 "target" raggruppati in 17 macro-obiettivi (Sustainable Development Goals), da raggiungere in ambito ambientale, economico, sociale e istituzionale entro il 2030.
Nel febbraio
2020, dando seguito a quanto preannunciato nella Strategia annuale per
la crescita sostenibile, la Commissione europea ha presentato
le relazioni per Paese 2020, recanti un'analisi e un monitoraggio più
approfonditi degli SDGs, in cui a corredo dell'analisi delle dinamiche
economiche e sociali, figura altresì una sezione dedicata alla
sostenibilità ambientale, con lo scopo di appoggiare
le iniziative degli Stati membri e individuare sinergie e possibili
compromessi tra le politiche ambientali, sociali ed economiche a livello
nazionale.
La
Commissione ha anche invitato gli Stati membri a fare monitorare
l'attuazione degli obiettivi di sviluppo sostenibile nei
rispettivi programmi
nazionali di riforma (PNR), che consentirà di cogliere gli aspetti
trasversali all'economia delle politiche connesse agli obiettivi di
sviluppo sostenibile.
Per
ciò che concerne gli aspetti più strettamente connessi alle dinamiche
finanziarie e agli strumenti per il supporto ai target di crescita
sostenibile e, più in generale, alla realizzazione dell'Agenda 2030, le
istituzioni europee hanno avviato un ampio programma di riforma dei
mercati finanziari: a dicembre 2016 la Commissione Europea ha costituito
un gruppo di esperti (High-Level
Expert Group on Sustainable Finance - "HLEG") con il compito di elaborare raccomandazioni funzionali allo sviluppo della finanza sostenibile.
Sulla
base delle raccomandazioni dell'HLEG, a marzo 2018 la Commissione
Europea ha pubblicato il Piano d'Azione per finanziare la crescita
sostenibile ("Action Plan on Financing Sustainable Growth"), che contiene una serie misure specifiche e relative scadenze, con l'obiettivo di incrementare e sostenere
gli investimenti in progetti sostenibili, promuovendo l'integrazione di
criteri ambientali, sociali, e di governance ("ESG") nella
gestione dei rischi e nell'orizzonte temporale valutato dagli operatori
finanziari. In particolare, le azioni previste sono destinate a:
- orientare flussi finanziari verso investimenti sostenibili.
- gestire
in modo più efficace i rischi finanziari che derivano dal cambiamento
climatico, dal consumo di risorse, dal degrado ambientale
e dalle disuguaglianze sociali.
- migliorare la trasparenza e incoraggiare un approccio di lungo periodo nelle attività finanziarie.
A livello Europeo,
dunque, si è ribadito come la sostenibilità, anche alla luce della
ripresa in seguito alla pandemia da Covid-19, giocherà un ruolo
di fondamentale importanza per conseguire gli obiettivi del Green Deal europeo.
I commercialisti possiedono e sviluppano, tra le altre, specifiche competenze in tema sia di
reporting che di controllo, atteso che tra le attribuzioni previste dall'Ordinamento professionale figurano:
- "la redazione e la asseverazione delle informative ambientali, sociali e di sostenibilità delle imprese e degli enti pubblici
e privati";
- "la certificazione degli investimenti ambientali ai fini delle agevolazioni previste dalle normative vigenti".
La professione presidia il settore della
sustainable finance ormai da molti anni e dunque può svolgere
attività di grande rilievo sia nell'ambito delle criticità inerenti al
rapporto tra normativa e prassi, da un lato, sia nel contesto della
consulenza strategica ai soggetti che intendano avvalersi
di strumenti di sustainable finance, dall'altro.