Analisi dei bilanci delle società di capitali per classi dimensionali e settori di attività economica.
Dopo
il forte rallentamento del 2023, il fatturato delle società di
capitali, che rappresenta il 75% del fatturato totale delle imprese
italiane, nell'anno in corso continuerà
a crescere con un ritmo leggermente superiore a quello stimato per il
2024, anno per il quale non si conoscono ancora i dati definitivi. In
particolare, dopo il +3,2% del 2023, nel 2024 il fatturato crescerà del
4,8% per poi salire a un +5,4% nel 2025, mentre
la crescita reale, cioè al netto dell'inflazione, sarà positiva e pari a
+3,8% per il biennio 2024-2025. Del resto, la crescita a doppia cifra
del biennio post-covid (+25,5% nel 2021 e +26,1% nel 2022) è servita a
recuperare i livelli precedenti ed è ormai
incorporata nei trend attuali. Le stime non tengono conto dell'effetto
dei dazi Usa che attualmente è previsto, nel caso di dazi al 15%,
intorno a una perdita di 22,5 miliardi di fatturato, circa lo 0,5% del
fatturato totale delle imprese italiane.
Intanto,
il quadro definitivo che emerge dai bilanci 2023, nonostante il forte
rallentamento nella crescita del fatturato, dovuto all'effetto
statistico tipico che si verifica
ogni volta dopo un rimbalzo spropositato, è particolarmente positivo.
Le società che chiudono il bilancio in utile sono aumentate in maniera
significativa passando dall'83,8% all'85%, mentre il grado di
patrimonializzazione è salito dal 43,9% al 45,4%. La
variazione del Mol è stata più contenuta rispetto agli anni precedenti,
ma, comunque, ha fatto registrare un +8,9%.
Da
segnalare un incremento significativo degli oneri finanziari, che, in
rapporto ai dipendenti sono aumentati del 70%, mentre sul fatturato
passano dallo 0,9 all'1,5% e sul
Mol passano dall'11,5 al 16,5%. Invece, mentre i debiti totali
risultano quasi stazionari, l'indicatore dei debiti in rapporto ai
dipendenti è aumentato di appena lo 0,2%, mentre il grado di
indebitamento si è ridotto passando dal 49,6 al 48,5%, i debiti
tributari
crescono. In particolare, i debiti tributari in rapporto ai dipendenti
sono cresciuti del 6,6%, sintesi di una crescita del 4,9% dei debiti
tributari entro l'esercizio e del 21% dei debiti tributari oltre
l'esercizio.
Sul
piano territoriale, è interessante osservare come nel Sud i ricavi, nel
2023, siano aumentati in misura nettamente superiore alle altre aree
del paese e specialmente al
Nord. Nelle aree settentrionali, infatti, la crescita dei ricavi è
stata piuttosto contenuta (+1,6% nel Nord-ovest e +2,2% nel Nord-est),
mentre nel Centro è stata di poso superiore alla media nazionale (+4,1%)
e nel Sud è stata più del doppio di quella nazionale
(+8,8%).
Altro
dato da segnalare riguarda la quota di società in utile. Questa,
infatti, tende ad essere più elevata nelle società di media dimensione
(91,4% per le società con fatturato
tra 5 e 20 milioni di euro e 90,8% per quelle con fatturato tra 20 e 50
milioni di euro), mentre risulta significativamente più bassa per le
società più piccole (quelle con fatturato tra 100 mila e 5 milioni di
euro sono in utile per l'84,2%). Le società più
grandi presentano una percentuale più elevata (88,8%) ma, comunque,
inferiore a quelle medie. Per contro, il grado di patrimonializzazione
tende ad essere più elevato per le società più piccole (48,6% rispetto
ad una media generale del 45,4%) che, quindi,
presentano il grado di indebitamento più basso (45,3% rispetto alla
media generale del 48,5%).
Uno
sguardo settoriale mostra dinamiche molto differenziate per quanto
riguarda l'andamento dei ricavi. I settori con segno negativo sono
quattro: industria estrattiva (-20,4%,
energia, acqua e rifiuti (-19,4%), trasporti e logistica (-2,4%) e
industria manifatturiera (-0,7%). Tra i settori con segno positivo si
distinguono le costruzioni (+21,2%), arte e cultura (+20%), sport
(+21,5%), ristoranti e alberghi (+16,9%). Questi andamenti
dimostrano che i settori più colpiti dalla crisi covid sono quelli che
hanno una fase i recupero più estesa e importante degli altri.
Per
quanto riguarda la quota di società in utile, è il settore delle
costruzioni a far registrare l'indice più elevato (89,5%) seguito da
riparazioni meccaniche e macchinari
(88,9%), mentre il settore che ha fatto registrare l'incremento più
significativo rispetto all'anno prima dei ristoranti e alberghi (+6,4%)
seguito da attività sportive (+6,2%).
Il
settore con il grado di patrimonializzazione più elevato resta
l'immobiliare (65,3%) seguito da lotterie e gioco (53,9%) e ristoranti e
alberghi (51,3%), mentre il settore
con il grado di indebitamento più elevato è quello delle costruzioni
(61,1%).
Il
report presenta infine alcuni dati per microsettore produttivo. Tra
questi, l'installazione di impianti elettrici, idraulici, gelaterie e
pasticcerie, consulenza informatica,
attività legali e contabilità.