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Osservatorio Economico - Dicembre 2014

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Il 2014 si chiude con un bilancio macroeconomico molto negativo, soprattutto alla luce di quanto si prevedeva a inizio anno. Le stime di crescita del Pil sono passate dal +0,7/+0,6 di gennaio a -0,5/-0,4 di dicembre, mentre le previsioni per il 2015 sono passate dal +1,4/+1,2 di gennaio al +0,5/+0,2 di dicembre. Il prolungamento della recessione, che nel 2014 ha condotto l'Europa sul non atteso e pericoloso sentiero della deflazione, ha provocato un peggioramento significativo delle condizioni del mercato del lavoro. In Italia il tasso di disoccupazione ha raggiunto il livello record del 13,4% a novembre con la disoccupazione giovanile che ha sfiorato il 44%.  

L'attività economica in Italia permane stazionaria, mentre nell'area dell'euro è in atto una moderata ripresa. La congiuntura nazionale continua a mostrare timidissimi segnali positivi ma in nessun caso si può parlare di segnali di ripresa. Nell'area dell'euro, le condizioni di base mostrano segnali di un possibile miglioramento nel corso della prima metà dell'anno grazie al calo del prezzo del petrolio e al rafforzamento del dollaro sull'euro. Entrambi i fattori agiscono positivamente sulla domanda aggregata spingendo i consumi interni e le esportazioni, ma è opinione unanime che la ripresa in Europa sarà lenta, mentre in Italia rimarrà pressoché stazionaria. 

La produzione industriale, negativa a ottobre, sembra riprendersi a fine anno, il commercio al dettaglio ha arrestato il percorso negativo di discesa e sembra poter recuperare a breve, le esportazioni continuano ad aumentare, i prestiti alle famiglie continuano a mostrare piccoli ma significativi aumenti, il gettito mensile dell'Iva si è mostrato discontinuo a novembre ma tende a crescere su base annua. Nel complesso, il quadro congiunturale appare molto debole, ma la buona notizia è che gli indicatori economici hanno smesso di crollare.

Resta negativo il trend annuale delle nuove aperture di partite Iva (-1,4%), ma tra ottobre e novembre sono emersi nuovi segnali di ripresa difficilmente decifrabili a causa del boom di aperture con il regime dei minimi spinto dall'iter di approvazione della Legge di Stabilità 2015. Al netto di tale effetto il trend sembra proseguire il percorso negativo intrapreso dall'inizio della crisi. Sul fronte Movimprese, i saldi demografici delle imprese restano positivi ma a livelli decisamente bassi. A ciò si aggiungano i dati negativi che provengono dal fronte bancario con la crescita continua delle sofferenze e i dati negativi di Movimprese sui fallimenti che continuano ad aumentare con tassi a due cifre. 


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